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RIVELAZIONI
INEDITE
(vedi
Ezechiele cap.1 e Apocalisse
cap.4 e 5:5)
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Il Maestro all'Allievo
: ti rivelerò come avvenne
la mia Realizzazione. Mai prima
di quella notte avevo compiuto un
sacrificio (rituale) così
potente : la volontà di eseguirlo
sopraggiunse alla fine di quaranta
giorni di preghiere e digiuno durante
i quali solo il "patrimonio
genetico ereditario" mi sostenne,
nutrendo i miei sensi spirituali
(udito e vista) senza la contaminazione
di quelli materiali (mangiare e
bere). Ricordo perfettamente come,
percorrendo in piena lucidità
le registrazioni della mia memoria
genetica, un brivido freddo e un
fremito caldo si alternassero tra
l'estasi e il dolore della mia "REALIZZAZIONE
perduta" ... Ogni giorno
salivo al mio Tempio (sulla collina
che sorge dalla città). Mi
accompagnavano le Scritture che
portavo sempre con me, in una piccola
borsa, dove custodivo gli "arredi"
delle mie OFFERTE quotidiane (un
braciere di legno intagliato, un
altro di pietra, gli incensi e le
erbe, un campanello di rame, i piatti
d'argento, l'anello d'oro nuziale).
Trascorrevo così le ore in
meditazione perfetta, "dilatando",
espandendo e nutrendo la mente,
per vincere le "contrazioni"
che i crampi viscerali della depurazione
protratta eccessivamente, mi causavano.
Potevo infatti, conservando la calma,
controllarli perfettamente al loro
primo apparire. Vivevo, allora,
in una STANZA nel centro città,
sembrava la nicchia di un Tempio
con la volta ad archi incrociati.
L'avevo trasformata in un Tempio,
dedicata al Maestro dell'Acqua,
dell'Aria, della Terra, del Fuoco.
Avevo, in ogni angolo, collocato
un altare per le offerte ai medesimi.
Ero deciso a proseguire fino
al limite delle mie forze per riuscire
ad ottenere quello che allora era
per me il dono più ambito
: una SPOSA, cosciente di Dio e
della mia REALTA' SPIRITUALE.
Mio caro amico, non potevo certo
immaginare che sarei rimasto senza
risposta fino al compimento del
40° giorno. Completamente immerso
nella preghiera, ripetevo, anche
nei sogni della notte, il nome di
Dio, per evocarne la presenza e
implorarne l'aiuto, senza risposte
evidenti. Così mi ritirai
per l'ultimo tentativo, nella mia
stanza privata e dopo un'abluzione
d'acqua e un massaggio con l'argilla,
preparai l'ambiente, fumigando l'incenso
ai 4 lati, illuminando contemporaneamente
ai miei passi, i candelabri sugli
altari, compreso quello a 9 lumi
sull'altare centrale. Avevo
preparato l'offerta del cibo (pane
speziato, olio, fichi secchi ed
uva) che avrei, infine, consumato
al termine del rito. Fu così
che lo celebrai secondo i termini
d'Alleanza del Patto che Dio mi
aveva indicato. Era quasi mezzanotte,
quando sopraggiunse in me una profonda
stanchezza. Mi addormentai, se così
si può dire. Mi risvegliai
al centro della stanza, in un oceano
di luce ... Nei 4 punti cardinali,
avvolti in una spiraliforme e vibrazionale
frequenza d'ali frullanti, i Maestri
si presentarono ai miei occhi ...
Migliaia di luci emanavano dai diversi
abiti che li rivestivano, che, se
pur rassomiglianti nelle forme e
nell'aspetto, si differenziavano
in "vortici" di Acqua,
di Fuoco, di Aria e di Terra. Il
frullìo delle ALI sonorizzava
TONI espressivi diversi dai nostri,
penetranti fino al midollo, in grado
di separare ogni giuntura del mio
corpo e nello stesso tempo di aggregarne
perfettamente le distanze. Ognuno
di loro occupava una posizione che
era contemporaneamente davanti e
dietro, a destra e a sinistra delle
Forme Elettrodinamiche che li rivestivano.
Cambiavano colore e musicalità
sonoro-espressiva mentre il loro
aspetto assumeva, alternativamente,
la Forma Divina o umana (un volto
di Toro, di Aquila, di Uomo e di
Leone). "Non conosci il
significato di questa visione? Ora,
dunque, ti mostreremo il Segreto
del fiume KEBAR, velato nelle generazioni,
per la rivelazione del Tempo finale
(l'Aquila è regina nei Cieli
e il Leone Re sulla Terra, il Toro
separa i confini e l'Uomo è
l'erede di entrambi). Il Toro che
hai visto ha ARATO la Terra (Romolo,
Remo, confini d'Italia). L'Aquila
ne ha preso POSSESSO (Roma. L'Aquila
ne è il simbolo Imperiale).
Il Figlio d'Uomo è il Maestro
che viene a riscattarla (il Cristo).
Il Leone è, nelle tribù
di Giuda, l'erede al Trono promesso
(Gesù). La LEONESSA (la Sposa)
che cerchi, sarà resa cosciente
di Dio e della Tua unzione sacerdotale.
Figlio d'Uomo, Tu sei il Leone,
che vincerà il potere dell'Aquila".
Dopo queste parole, la Luce superiore
si separò da quella inferiore,
dilatandosi in una lastra di cristallo
purissimo, mentre l'altra, contraendosi,
spariva, cristallizzandosi in un
mare di ghiaccio tremendo. Un vapore
pulviscolare avvolse i miei occhi.
Sentivo pulsare molecole d'oro,
di rame e d'argento, nel sangue,
nel seme e nel midollo spinale,
mentre gradualmente mi risvegliavo.
Nulla di paragonabile ai viaggi
in doppio astrale del corpo o alle
visioni della mente. SOPRAELEVATO
OLTRE IL CORPO E LA MENTE E' IL
TEMPIO SPIRITUALE, il Tabernacolo
nel quale sono stato Ricevuto, Confermato
e Riconosciuto. "Guarda
bene nella visione o figlio d'Uomo,
poichè oggi sarai rivestito
nello splendore del Grande Cherubino
: Tu sei il Leone della Tribù
di Giuda, l'Aquila sovrana dei Cieli
stessi. Re di questa Terra".
Ricordo gli occhi del
mio Maestro mentre raccontava questi
eventi : non guardavano nel passato
alla ricerca di malinconiche reminescenze
perdute. Si illuminavano nel futuro
di quei tempi, che oggi, lo rivedranno
apparire secondo la stessa profezia
che, scritta nei libri di Ezechiele
e Giovanni, lo preannunciavano.
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